Appello
di capodanno al Popolo Italiano
Cari Italiani, compatrioti
Sta per iniziare un
nuovo anno, il 2016, nel nostro Paese all’insegna della totale assenza di
democrazia, giustizia sociale e rispetto per il bene comune.
La democrazia è solo di
facciata, mai come ora nella storia degli Stati moderni, votare è stato così
inutile; i tre poteri dello Stato democratico progressivamente vengono
smantellati o resi inefficaci; il sistema mediatico è totalmente asservito alle
logiche dei proprietari che certamente non corrispondono a quelle del Popolo,
mentre internet diventa sempre più un non-luogo dove tra l’informarsi e il
disinformarsi non corre alcuna differenza;
il lavoro stabile e ben retribuito è un miraggio, così come una giusta
pensione per tutti; le attività che non hanno ancora chiuso lo stanno per fare
per lasciare il campo ai grandi gruppi internazionali; le aziende pubbliche che
hanno garantito servizi ai cittadini stanno passando nelle mani delle grandi
multinazionali con il conseguente aumento delle tariffe e il taglio dei servizi
meno remunerativi - dovremo pagare ogni servizio pur non godendo di un reddito
dignitoso, il tutto in un regime fiscale vessatorio; come se non bastasse, le
radici storico-culturali che solo noi al mondo possiamo vantare, vengono
costantemente attaccate ideologicamente in favore di un meltin pot che ci vuol
far dimenticare chi siamo e cosa possiamo se uniti. Il tutto si compie in
un’Italia ricca, ma che non conosce più la redistribuzione la quale, applicata
nel trentennio del boom post-bellico in ottemperanza ai dettami costituzionali,
ha garantito un buon grado di uniformità nella crescita delle condizioni di
vita di tutti gli Italiani durante il periodo storico definito “il miracolo
italiano”.
In queste condizioni si
apre un nuovo anno ancora governato da personaggi mai delegati democraticamente
a farlo dove una oligarchia trans-nazionale dirige la politica nazionale rendendo
vane, confuse e quasi senza significato le parole “sinistra” e “destra”; in
questo quadro i maggiori partiti, che si dichiarano dell’una o dell’altra
parte, obbediscono pedissequamente agli ordini pervenuti tramite missive da non
rendere pubbliche provenienti dai centri di potere bancario europei, recitando
di volta in volta la parte che più conviene.
Tali forze politiche,
che ci hanno sin qui condotti, non sono certamente legittimate a trarci da
questa situazione – anzi i loro responsabili dovranno affrontare in prima
persona le conseguenze del loro tradimento dei valori costituzionali, mentre quelle
che in apparenza sembrano contrastarle non possiedono alcuna comune visione
della società e pertanto non saranno in grado di restituire agli Italiani
un’Italia coesa, democratica e giusta ed infine (in un accenno alla parte
politica che rappresento), quelle che potrebbero ricomporre il quadro
istituzionale, l’assetto economico e lo stato di democrazia, in conformità ai dettami
costituzionali sono ancora ininfluenti e lo resteranno a lungo in assenza di
una volontà a collaborare, ma soprattutto in assenza di consapevolezza, da
parte della maggioranza dei nostri concittadini, della propria condizione di
sudditanza nei confronti di una élite determinata a sottomettere tutti noi.
Le forze
globalizzatrici del grande capitale finanziario, predatorie per loro natura, si
stanno riprendendo quanto conquistato dai nostri genitori e nonni dalla fine
della seconda guerra mondiale fino agli inizi degli anni ’80 e non si
limiteranno a questo, ma andranno oltre fino a renderci tutti “servi della
gleba” inconsapevoli di esserlo ed ai nostri figli resterà solo la miseria e la
sottomissione e la storia avrà insegnato una volta ancora che da essa l’umanità
non apprende nulla.
Tutti i diritti
conquistati dalle generazioni precedenti, grazie alla protezione offerta della
nostra Carta Costituzionale, stanno scomparendo uno ad uno proprio a causa
della esautorazione di ogni istituzione democratica e quindi della Costituzione
Repubblicana del ’48 in favore del “volere dei mercati” fermamente tutelato
dalle norme che regolano l’Unione Europea; tutte le nostre ricchezze più o meno
grandi passeranno di mano secondo la logica darwinian-capitalistica del pesce
grande che si mangia il più piccolo.
Come ho prima accennato
l’Italia è un paese ricco, molto ricco (prima di rimanere invischiato tra le
regole liberiste che lo hanno condotto nella U.E. – patria elettiva del
liberismo che mai si farà patria dei suoi cittadini - era un paese leader
dell’economia mondiale), e non solo per il suo patrimonio culturale e
paesaggistico ora impossibile da preservare a causa di una politica di bilancio
delegata a terzi, non solo per la nostra capacità imprenditoriale e la nostra
inventiva ora rese inefficaci da regole e burocrazia europee, non solo per la
nostra capacità di raggiungere la migliore qualità di vita possibile ora
annullata dalle leggi di mercato, ma è soprattutto ricca dei conti correnti e delle
case degli Italiani.
Il Popolo Italiano,
popolo di lavoratori, dal dopoguerra si è contraddistinto per le sue capacità
di risparmio; i frutti del lavoro dei nostri nonni e dei nostri padri, ed in
parte anche nostri, comunemente sono finiti in case di proprietà familiare,
libretti di conto postali, conti correnti bancari e titoli di Stato, il tutto
sotto la tutela della Costituzione del ’48; ora non saprei se possiamo ancora
vantare il maggior risparmio al mondo, ma in passato (sicuramente prima di
entrare nella Unione Europea) eravamo i primi al mondo sia in termini di
risparmio che di proprietà degli alloggi di residenza.
Gran parte (se non
tutta) questa ricchezza è destinata a finire in mano delle grandi realtà
finanziarie globali.
Dall’andamento
dell’economia degli ultimi decenni e considerata la inarrestabile decelerazione
degli ultimi anni, dalla piega che sta prendendo la subordinazione dei governi
alle cosiddette istituzioni europee oligarchiche e conseguente progressivo
arretramento della democrazia, fino all’esempio greco precursore di ciò che
avverrà presto in tutta l’Europa del sud, tutto fa dedurre che gli spazi per la
sovranità del Popolo Italiano e per la Democrazia previste addirittura dal
primo articolo della nostra Carta, andranno sempre più assottigliandosi fino a
scomparire determinando la nostra assoluta sottomissione al “volere dei mercati”.
In tutto ciò, nella più
completa ignoranza delle vere ragioni di quella che loro sentono come crisi (ma
che invece è il sistema), la maggioranza dei cittadini sceglie di stare dalla
parte del proprio nemico in aderenza alla propaganda totalitaria dominante, che
narra proprio di un presunto impoverimento della popolazione in caso di
fuoriuscita dal “sistema liberista europeo”. Non vedono, non vogliono o non
possono vedere, che il processo dell’impoverimento di massa è in atto e che
pertanto toccherà pure loro – l’esempio offerto dalla faccenda dell’unione
bancaria e dei salvataggi con i soldi dei risparmiatori, fa proprio al caso per
dimostrare l’assoluta incostituzionalità delle norme europee e con essa la loro
perniciosità per la vita stessa dei cittadini.
La più o meno voluta inconsapevolezza
da parte dei nostri concittadini circa la propria condizione di sudditi, non
gioca certamente a loro favore, ma quando ad una famiglia dove si vive di entrate
abbastanza sicure in un alloggio di proprietà si dovesse chiedere di contestare
il sistema, cosa ci possiamo aspettare di ottenere come risposta? (il tutto in
considerazione della propaganda mediatica tambureggiante condotta ad arte per
ingannarli).
E’ amaro doverlo
constatare, ma purtroppo fintanto che ci saranno gli stipendi più o meno equi, le
stra-meritate pensioni dei nonni, le case di famiglia ed i risparmi (in
esaurimento) di vite di lavoro, quelli che li hanno non si presteranno mai al
cambiamento, per paura di perdere tutto; ma questa paura sarà la ragione per la
quale invece perderanno tutto, proprio tutto, a partire dalla loro dignità.
Ma i nostri
concittadini, che nella loro maggioranza scambiano per crisi quello che invece
è un sistema (è bene ripeterlo), non si rendono conto che un figlio laureato incapace di trovare
un lavoro appropriato e dignitoso rappresenta per loro una voce passiva nel
bilancio familiare? Non si rendono conto che il conto in banca perde costantemente
valore in un sistema che ad ogni momento attinge tramite la tassazione o
prelievi forzosi dalle loro piccole risorse? Non si rendono conto che la casa,
magari costruita con i sacrifici di tutta la famiglia, sta perdendo
inesorabilmente valore spesso per mancanza di risorse per mantenerla, ma
soprattutto perché tassata in quanto “bene rifugio” degli italiani? Non si
rendono conto che chiunque vada al governo continua la politica di quello precedente
nonostante il perpetuo aggravarsi delle loro condizioni economiche? Non si
rendono conto che quelli che una volta venivano ritenuti dei indiscutibili diritti
conquistati anche duramente ora sono diventati degli odiosi privilegi da
tagliare? Non si rendono conto, che ciò prima veniva garantito loro, ora
diviene fatto oggetto di tariffazioni sempre più onerose? E quel che è più
grave, non si rendono conto delle reiterate bugie di regime trasmesse a reti
unificate puntualmente smentite dai fatti (da quanti anni ci sentiamo ripetere
che quello successivo sarà caratterizzato dalla ripresa)?
Molti di loro, per il
momento sono troppo occupati a denigrare il nostro malridotto Paese, ferito a
morte nella loro totale indifferenza e non si rendono conto e, alle attuali
condizioni, non lo faranno mai. Ce la faranno solamente quando, nonostante
quanto propagandato dal sistema, avranno perso tutto o, nei migliori tra i
casi, quando lo stanno perdendo.
Credo che solo allora
la maggioranza degli italiani si solleverà al fianco di noi, sempre rimasti Popolo
Italiano nonostante le voci autorazziste predominanti, e si faranno anch’essi
Popolo rovesciando il sistema oligarchico costituito.
Non credo che l’anno
che verrà sarà quello decisivo, ma spero vivamente che, quanto fino a qui da me
previsto, prima o poi venga smentito dai fatti; non per effetto di una manovra
tanto diversiva quanto subdola (speriamo mai criminale) posta in essere dalle
forze oligarchiche liberiste dominanti, ma a totale e perenne merito di noi
Italiani che avremo insieme riconquistato la nostra incedibile sovranità e la
nostra sacrosanta democrazia.
Ma se tale augurabile
smentita non dovesse palesarsi, allora saranno guai! Guai molto seri, per tutti
noi, nessuno escluso. Succederà esattamente ciò che ho appena accennato qui
sopra, gradatamente, categoria per categoria, in modo da non provocare la reazione di tutti
contemporaneamente, verremo scippati di diritti e averi fino al punto di
doverci ribellare per riprendere in mano la nostra vita, se non sarà troppo
tardi.
Nella speranza di non
dover ripetere quanto contenuto in questo appello esattamente tra un anno, sicuramente in
una situazione più grave dell’attuale, il mio impegno per l’anno venturo, assieme
a molti amici incontrati negli ultimi anni, sarà quello di formare una
coscienza comune fra tutte le componenti della società italiana tenute divise
da continue campagne in pieno stile “divide et impera”, con i miei modesti
mezzi, con i miei limiti, ma con tutto me stesso, coerentemente, affinché si
riapra il dialogo tra tutti gli Italiani e che il dialogo diventi solidarietà e
(auto)determinazione.
A tutti il miglior 2016
possibile