La
dicotomia "lavoro - reddito", origine del pensiero liberista,
è ciò che
consente al progresso scientifico di provocare disoccupazione, povertà e
ingiustizia.
Il
testo che segue descrive il più poderoso dispositivo (da attuare in
combinazione con altre misure) in grado di liberare gli Italiani dalla
sudditanza liberista e, grazie all'istituzione del quale non volendovi
rinunciare, mai più concederanno spazio a politiche liberiste, globalizzanti,
anticostituzionali.
Ø Principi ispiratori:
Secondo comma dell’articolo 4 della Costituzione
della Repubblica Italiana che recita:
“Ogni cittadino ha il dovere di svolgere,
secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione
che concorra al progresso materiale o spirituale della società”
Aforisma di Karl Marx che recita:
“Da ognuno secondo le sue capacità, a
ognuno secondo i suoi bisogni”
Ø Preambolo
Ringraziando gli amici Giuseppe Mattoni e Luigi
Pecchioli che hanno avuto il merito di andare oltre le mie resistenze iniziali
nell’introdurmi all’argomento, contestualmente alla lettura di questo testo
consiglio:
- la visione di questo interessante video
sottotitolato in italiano (occorre attivare l’opzione): https://www.youtube.com/watch?v=ExRs75isitw&feature=youtu.be,
- di considerare, ad ogni passaggio, ciò che recita l’Art. 4 della Nostra Carta Costituzionale: “La
Repubblica riconosce a tutti i cittadini, il diritto al lavoro e promuove le
condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di
svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una
funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della
società.”
- di tener presente che la questione dovrà essere
affrontata, dalle istituzioni passando per la via democratica, quando torneremo
a vivere in uno Stato sovrano e democratico che:
. godrà di piena sovranità monetaria attraverso
un sistema bancario pubblico
. avrà spazzato via tutte le pseudo-riforme e le
norme di stampo liberista degli ultimi decenni,
. si sarà tirato fuori dal giogo dell’Unione
Europea e starà applicando la Costituzione originaria del 1948
. persegua la piena occupazione e nello specifico l’impiego ottimale di tutti i fattori
della produzione a disposizione del paese (e concessi dai cittadini), anche
mediante il rientro in possesso di tutti quei fattori produttivi strategici che
nell’attuale era liberista, sono stati ceduti improvvidamente ai privati,
. e non ultimo, saprà perseguire un regime di
tassazione marcatamente progressivo e repressivo nei confronti delle rendite.
In altre parole lo Stato democratico e sovrano dovrà con decisione, dapprima perseguire la piena occupazione fornendo opportunità di
lavoro (anche e soprattutto finanziando tutti i servizi alla persona e di
tutela del territorio) così da provvedere all’eliminazione delle sacche di
povertà ed emarginazione sempre più ampie nell’Italia colonizzata dalla U.E. e, successivamente, dedicarsi a chi dovesse subire improvvise sconfitte o, perchè no, a chi non ha
attitudine o abilità al lavoro, ma magari ha una famiglia cui badare, un’arte
da esprimere, uno scopo sociale da perseguire e non ultimi chi più
drammaticamente soffre di patologie invalidanti, ecc., lasciando al contempo ai
cittadini la libertà di stipulare obblighi economici reciproci i quali
implicano, necessariamente, il diritto all'iniziativa privata.
Il tutto nell’adempimento di quanto impongono i
principi costituzionali che prevedono, da un lato l’intervento diretto dello
Stato nell’economia per bilanciare la tendenza del capitale verso il massimo
profitto, generando come conseguenza lo sviluppo di una dinamica virtuosa tra
gli egoismi privatistici e i bisogni collettivi e dall’altro il sostegno ai
cittadini.
Infine puntualizzo fermamente a priori che il
Reddito Di Base universale incondizionato – in seguito RDB - di cui tratterò,
non è per nulla assimilabile agli altri redditi (*) di cui si discute in questi
giorni sui media che sarebbero introdotti nel pieno dell’attuale regime
liberista e che, sia pure con alcune norme di salvaguardia, prevedono sostanzialmente
tre punti inaccettabili:
1° la perdita di tale diritto in caso di
rifiuto da parte del cittadino di un certo numero di offerte di lavoro,
consegnandolo quindi nelle mani del “peggior offerente;
2° che sia concesso da un sistema bancario
privato, direttamente o indirettamente proprietario di tutti i mezzi di
produzione tanto da rendere i lavoratori alla stregua di sudditi;
3° che sia concesso unicamente a chi vive
costantemente sotto la soglia di povertà, negando la dignitosa sopravvivenza
prevista costituzionalmente a chi dovesse trovarsi anche momentaneamente in
stato di bisogno;
4° che sia concesso in funzione dello stato
familiare, escludendo tutte le forme di convivenza non riconosciute e non
garantendo il cittadino, la cittadina e la prole nel momento in cui si dovesse
perdere il proprio status ufficiale.
Al contrario, il Reddito Di Base universale
incondizionato, è un dispositivo in grado di affrancare TUTTI i cittadini dallo
stato di bisogno che sia temporaneo o stabile.
(*)
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- Reddito Minimo Garantito (RMG):
spetta a chi non possiede un reddito
sufficiente alla sua sussistenza e che vive costantemente sotto la soglia
dell’indigenza; di entità pari al raggiungimento di un livello di reddito che
garantisca la sussistenza, non è previsto (e nemmeno attuabile) ad esempio
per tutti i lavoratori autonomi che solo momentaneamente dovessero trovarsi
in difficoltà economiche e trovarsi costretti ad una vita indecorosa, a non
versare tasse e contributi, a chiudere i battenti; non sarebbe immediatamente
efficace in caso di perdita del reddito (momentanea o meno) o dello status
familiare.
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- Reddito Di Cittadinanza (RDC):
in teoria sarebbe molto simile al
RDB di questa proposta, ma la declinazione cui i media fanno riferimento in
questi giorni è più simile ad un sussidio di disoccupazione che viene erogato
solo a chi iscritto nelle liste di disoccupazione e viene perso nel momento
in cui si trova un lavoro o se ne rifiutano un certo numero; ciò, oltre ad
essere profondamente ingiusto (p.es. nei confronti di pensionati, studenti e
lavoratori autonomi che non percepiscono redditi sufficienti e che non possono
registrarsi ai centri per l’impiego), creerebbe un fenomeno facilmente
prevedibile di sfruttamento del lavoratore, il quale per non perderlo, si
vedrebbe costretto ad accettare lavori di qualsiasi genere con trattamenti
che nulla hanno a che vedere con quanto dettato dalla Costituzione
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Ø Introduzione
E’ un fatto che da quando siamo entrati nella
modernità anche in tempo di relativa pace, con la più ampia disponibilità di
risorse e tecniche, la povertà non solo continua a sussistere, ma tende ad aumentare
in proporzione rispetto all’aumento dei profitti di chi detiene il capitale.
L’inarrestabile progresso tecnologico, sia pur
indirizzabile da uno Stato democratico e sovrano a favore dei propri cittadini
anche in considerazione dei limiti del mondo in cui viviamo, inevitabilmente
innesca e accentua tutta una serie di problematiche legate alla minore
necessità di posti di lavoro (anche di concetto) che, accompagnata
dall’incremento della popolazione mondiale, a sua volta fa esplodere il
problema della disoccupazione, inducendo i lavoratori a rinunciare a diritti
acquisiti pur di lavorare e garantendo profitti sempre maggiori al capitale.
Anche in settori come l'insegnamento, la
medicina, le opere pubbliche, l'informazione ecc., l'impiego umano verrà sempre
più limitato dall'uso esasperato di macchine e computer destinati a eseguire
operazioni sempre più complesse e lasciando a pochi il compito della mera
sorveglianza, mentre l’incremento di lavoro impiegato nella costruzione, nella
manutenzione e nell’utilizzo delle macchine, non potrà mai compensare le
perdite.
Non è certamente opinione superficiale e
fantascientifica dello scrivente asserire che l’uso di futuribili mezzi di
produzione renderà superfluo il genere umano ovviamente, ma piuttosto che lasciare
che così tali potenti mezzi di produzione vengano acquisiti ed utilizzati
esclusivamente dai privati per il loro profitto, significa consegnare le leve
dell'economia a questi ultimi e con esse tutta la società.
Nell'Unione Europea, dove l'intervento pubblico
nell'economia è in sostanza vietato, non è prevista alcuna forma di solidarietà
e comunione come di intervento dello Stato nell’economia, anzi queste sono
espressamente negate dai trattati che regolano l’Unione stessa; la competizione
è istituzionalizzata e perseguita a tutti i livelli: tra Stati, tra Enti, tra
imprese, tra lavoratori, ecc.; la comunicazione tende a mettere tutti contro
tutti; la democrazia è solamente di facciata; gli Stati non possono operare
negli interessi dei cittadini a meno di indebitarsi con la finanza
internazionale e l'indebitamento degli Stati ricade sui cittadini in una
spirale inarrestabile verso il basso.
In un concetto: nell'Unione Europea
l'esautorazione delle Costituzioni è un fatto indiscutibile che mostra ogni
giorno i suoi frutti avvelenati.
Non solo, gli Stati stanno per essere sottomessi
definitivamente al potere economico delle multinazionali con dispositivi come
il trattato transatlantico TTIP, impossibile da realizzare senza la
"copertura" dell'attuale costruzione europea e in presenza di veri
Stati democratici e sovrani.
Pertanto, ciò che mi prefiggo di discutere con
chi vorrà a seguito di queste righe, è un’ipotesi che, rafforzando il concetto
di redistribuzione insito nella nostra Costituzione, potrà essere attuata unicamente
successivamente al riposizionamento ai vertici dell’ordinamento e della vita
dei cittadini italiani della Carta Costituzionale nella sua versione originale
del 1948, quindi alla uscita del Nostro Paese dall'Unione Europea ed
all'abrogazione di tutte le pseudo-riforme di stampo liberista degli ultimi
decenni. Ovvero dal momento in cui la democrazia sarà ritornata a determinare
le scelte pubbliche e lo Stato sovranamente avrà ricostruito il potenziale
produttivo nei territori e perseguito la massima occupazione creando lavoro con
retribuzioni di riguardo e orari commisurati alle esigenze del singolo
lavoratore anche grazie al potenziamento del settore dei servizi alla persona e
al territorio.
Da ciò ancora, la necessità in primis di un
impegno finalizzato al ripristino della legalità costituzionale, ove preveda
una lettura in chiave futura dei principi universalmente validi contenuti nella
Carta fondamentale redatta dai padri costituenti.
In altre
parole, a scanso di equivoci ed in altri termini, questa proposta sul RDB non è
attuabile in un regime oligarchico liberista, nelle attuali condizioni, con gli
Stati impossibilitati a perseguire politiche di piena occupazione e di
benessere diffuso, un eventuale reddito (che verrebbe emesso dal sistema
bancario attualmente totalmente privato), oltre a rappresentare un sistema per aumentare il clientelismo nel paese, rappresenterebbe un’elemosina elargita
alla gente con lo scopo di soggiogarla e controllarne gli impulsi alla
ribellione, oltre a determinare lo sfruttamento dei lavoratori da parte del
capitale come già analizzato al termine del preambolo.
Ø Il punto
Affinché si possa dapprima comprendere e poi
perseguire la libertà dei cittadini dal bisogno, occorre innanzitutto:
- abbandonare concetti moralistici intrisi di
liberismo ed origine dello stesso - del genere “i soldi bisogna guadagnarseli”
- il tema del lavoro e considerare tale anche il dedicarsi a doti personali,
alle arti, alla conoscenza, al benessere dei propri cari, agli interessi della
società.
- considerare che uno Stato, sebbene
social-democratico e sovrano, che crei lavori alienanti e fini a se stessi
(tipo "scavare buche per poi riempirle) sarebbe visto comunque come un
padrone ingiusto al quale ribellarsi.
- mandare al macero concetti che definirei
“auto-razzisti” nei confronti del nostro Popolo - del genere “ma così nessuno
più vorrà lavorare” – considerando che gli Italiani sono un Popolo di
lavoratori capaci di uscire dalle miserie di un conflitto mondiale fino a
divenire una delle economie leader mondiali
Il Reddito Di Base universale incondizionato, ha
questi scopi:
1. garantire la libertà dal bisogno di ogni
cittadino; consentendo a TUTTI di superare periodi più o meno lunghi nello
stato di necessità indipendentemente dal reddito complessivo
2. affiancato ad una riduzione degli orari di
lavoro in funzione delle necessità e delle possibilità di ogni singolo
lavoratore, annullare gli effetti del progresso tecnologico che rende
progressivamente sempre meno indispensabile l'opera umana.
3. innalzare il livello di salari e stipendi
ed eliminare ogni possibilità di sfruttamento del lavoro.
Il Reddito Di Base universale incondizionato,
definizione:
Il RDB,
non è, come già spiegato, il reddito di cittadinanza, ma è un’erogazione
monetaria, ad intervallo di tempo regolare, distribuita a tutti coloro dotati
di cittadinanza e di residenza, in grado di consentire una vita minima
dignitosa, cumulabile con altri redditi (da lavoro, da impresa, da rendita,
ecc.), indipendentemente dall'attività lavorativa effettuata, dal sesso, dal
credo religioso e dalla posizione sociale ed erogato durante tutta la vita del
soggetto.
La presenza del reddito minimo universale non
esclude, anzi prevede da parte dello Stato, oltre ad un forte investimento
verso la ricerca, la fornitura di servizi al cittadino gratuiti legati a
sanità, previdenza, istruzione, trasporti, acqua, ecc., nonché a un esaustivo
piano di edilizia residenziale pubblico.
Unica condizione a fronte di questo diritto,
tutti i cittadini abili e in età lavorativa dovranno rendersi disponibili ad
affrontare le esigenze dello Stato attraverso un servizio civile o militare
commisurato alle proprie capacità e sensibilità da ripetere ogni anno per un
periodo di tempo limitato o in caso di emergenze nazionali durante, se
necessario, tutto il corso di queste. Ciò ingenererà nelle donne e negli uomini
così impiegati, attaccamento alle istituzioni, senso del dovere e nuove e utili
abilità, il tutto nell’interesse di tutta la collettività.
La introduzione del RDB dovrà necessariamente passare il vaglio democratico dei cittadini, ma prima di esso, dovrà essere necessariamente ripristinato il controllo statale, oltre che dei settori strategici dell'economia e della produzione, sui prezzi, sui controlli e le tariffe doganali, oltre che perseguito un indispensabile efficientamento, ammodernamento e potenziamento della funzione pubblica, il tutto accompagnato da un accentuazione della progressività dell'imposizione fiscale già prevista in costituzione e della tassazione anch’essa progressiva di tutte le rendite; infine, è bene che sia chiaro, potrà essere attuato solamente successivamente al raggiungimento della piena occupazione dei cittadini abili grazie al rientro in possesso da parte dello Stato di tutte le leve fondamentali dell'economia e dei settori strategici produttivi, che (una volta diretti dallo Stato democratico disegnato dalla Costituzione del '48) daranno occupazione con orari di lavoro commisurati alle esigenze dei lavoratori ed alla disponibilità di tecnologia alienante il lavoro umano.
N.B.: Qualora i potenti mezzi tecnologici che ci aspettiamo dal prossimo futuro, dovessero essere esclusiva del capitale, ciò porterebbe alla completa sottomissione del popolo lavoratore ed un ulteriore concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi.
Il Reddito Di Base universale incondizionato, prevede:
1. Un versamento in denaro a scadenza regolare.
Dunque, né una somma versata una tantum, né un contributo per specifici
servizi, ne una elargizione a determinati ceti; la sua introduzione
inizialmente passerà per un periodo di sperimentazione; la determinazione della
sua entità dovrà essere stabilita da un’apposita commissione pubblica formata
da rappresentanti di tutte le categorie, da quelli dei ministeri interessati,
da quelli di camera e senato, ed in generale da rappresentanti degli organi
statali e non interessati; l’importo dovrà comunque essere commisurato alle
esigenze delle persone in funzione delle condizioni dell’economia
caratteristiche la sua “area di residenza” e dell’età dell’avente diritto; l'importo percepito sarà quindi decisamente inferiore agli stipendi ed ai salari degli occupati.
2. L’erogazione da parte della comunità politica statuale,
che lo finanzia attraverso l'emissione di moneta sovrana, la progressiva tassazione
generale e sulle rendite, i ricavi dovuti alle attività delle aziende di Stato; il tutto secondo le più elementari regole redistributive.
3. Unico requisito richiesto per essere titolati
a ricevere il RDB è la cittadinanza
e la residenza stabile - in alcune proposte gli individui stabilmente residenti
da un periodo di tempo lungo sono inseriti tra i beneficiari benché non ancora
dotati di cittadinanza.
4. Ancora le diverse proposte distinguono tra un
reddito versato a partire dalla maggiore età da uno a cui si è titolati dalla
nascita, in questo caso dovrà essere prevista una perequazione crescente in
funzione dell’età e quindi delle necessità reali del soggetto che lo percepisce
o dei suoi tutori.
5. Quando proposto come sostituto delle pensioni
di anzianità, è inoltre generalmente previsto un assegno più sostanzioso in
corrispondenza con il raggiungimento dell'età pensionistica.
6. A differenza di molte delle politiche sociali
attuali, determinate dal nucleo familiare, il reddito di base è un intervento
di tipo individuale, che non subisce variazioni in riferimento al proprio
status familiare.
7. Che sia versato a tutti (cioè ai soggetti
individuati nei punti precedenti) indipendentemente dalla propria condizione
economica. Questa caratteristica, oltre a renderlo compatibile con i dettami
costituzionali che non ammettono disparità di trattamento tra i cittadini,
renderebbe i costi di gestione di un reddito di base, minimi se non
inesistenti. Consentirebbe a tutti i lavoratori autonomi di superare periodi
avversi più o meno lunghi (cosa che non sarebbe possibile in caso di
elargizione unicamente a chi vive sotto la soglia di povertà); versato a tutti,
esso sarebbe anche l'unico reddito a non essere tassabile, mentre ogni altra
risorsa economica sarebbe tassata (come già spiegato) rendendo così possibile
anche il recupero dello stesso reddito dai soggetti più agiati.
8. L'unica condizione personale richiesta per
essere titolati a ricevere il reddito di base è la cittadinanza e/o la
residenza stabile; la mancata accettazione di un lavoro, quando offerto, non è
da considerarsi quindi ragione sufficiente per decadere dal beneficio; inoltre,
trattandosi di un intervento monetario incondizionato, non esistono vincoli
nell'utilizzo delle risorse economiche concesse salvo quello relativo alla
partecipazione di attività di servizio civile o militare periodiche e limitate
precedentemente accennate.
9. Sarà impignorabile e sarà sospeso alla
cittadina ed al cittadino in stato di detenzione.
Il Reddito Di Base universale incondizionato, è
sostenibile perchè:
1. Inizialmente, dopo il ripristino della
legalità costituzionale, sarà introdotto secondo un necessario percorso di
sperimentazione che tenga in considerazione anche l’andamento dell'economia;
inizialmente potrà configurarsi come il RMG (* sopra) per poi andare a regime
ed essere esteso a tutti i cittadini una volta raggiunto il pieno impiego dei
fattori produttivi nazionali.
2. Inizialmente (sopratutto durante la fase di
sperimentazione) sarà finanziato prevalentemente tramite la possibilità dello
Stato di fare spesa a deficit; successivamente si sosterrà grazie ad una pronunciata
progressività del regime fiscale nei confronti dei redditi ed a una forte e
progressiva tassazione delle rendite; infine andrà a regime grazie al raggiungimento del controllo statale di tutti i settori strategici finanziari e produttivi; il tutto nell’ottica redistributiva
prevista in Costituzione.
3. Sostitutivo di tutte le altre forme di
sostegno economico a chi non lavora (p. es. la cassa integrazione, ecc. ed, in
alcune formulazioni, anche in sostituzione della pensione)
4. Eliminerà pertanto la necessità delle
contribuzioni annesse al lavoro dipendente, con ulteriori vantaggi in termini
di contrasto a "lavoro nero" e disoccupazione
5. Come già accennato, sarà adottato
successivamente al ripristino di tutte le norme che garantiscono allo Stato il
controllo dell'economia, quindi per esempio:
a. in tema
di disciplina della bilancia commerciale, anche quelle relative i controlli e
le tariffe doganali (la disdetta di tutti i trattati europei verrà sostituita
con accordi bilaterali con i paesi, anche extra-europei)
b. in tema
di disciplina dell'inflazione, anche quelle che ripristinano il controllo sui
prezzi e sui tassi di interesse
c. in tema
di fiscalità generale, anche quelle che rafforzano la progressività e la
tassazione di tutte le rendite (quest’ultima in particolare, oltre a
determinare una maggiore giustizia sociale, fungerà da deterrente alla
tesaurizzazione spingendo chi possiede a reinvestire nell’economia reale)
d. non
ultimo, in tema di risorse, la ri-acquisizione da parte dello Stato del
controllo di settori strategici (energia e servizi di rete, sistema bancario,
industria pesante e farmaceutica, ecc.) unita all'ottimizzazione delle risorse
del nostro paese (energetiche, turistiche, agricole, ecc.) oltre a permettere
un innalzamento dei livelli di occupazione, darà allo Stato sicure fonti di
finanziamento del RDB.
Una
considerazione finale sulla sostenibilità riguarda il ruolo degli economisti.
Fino ad oggi
siamo stati abituati a considerarli registi e non attori delle politiche economiche;
questo deriva sostanzialmente dal fatto che con il liberismo che ha preso piede
dai primi anni '80 fino all'attuale dominazione, la politica ha lasciato ad
alcuni di essi il controllo dell'economia facendosi promotrice di valori come
"concorrenza", "profitto", "stabilità dei
prezzi", ecc. in luogo di quelli costituzionalmente stabiliti e legati
alla tutela ed al benessere dei cittadini.
Il
"lavaggio mediatico dei cervelli" ha fatto il resto, tanto da
determinare l'inconcepibilità (per alcuni) di un provvedimento, tanto
praticabile quanto giusto, come quello di cui trattasi.
Quindi tutto
quanto contenuto nel presente studio, presuppone necessariamente che la
democrazia, quindi la politica, determini le scelte dello Stato, anche e
soprattutto ripristinando la legge elettorale proporzionale; pertanto non più
gli economisti di radice liberista (neoclassici o ortodossi) disporranno le
politiche economiche, ma gli economisti, questa volta di radice keynesiana
(eterodossi), si porranno al servizio della politica, e quindi della
democrazia, allo scopo di realizzare ciò che risulti benefico principalmente
per i cittadini e non solamente per chi detiene i capitali, il tutto secondo i
dettami costituzionali.
In sostanza, una volta stabilito
democraticamente che il popolo vuole il RDB,
gli economisti dovranno eseguire questo volere predisponendo quanto necessario
in considerazione della disponibilità di risorse di ogni genere esistenti nel
nostro paese – prime fra tutte l’operosità e l’ingegno del Popolo Italiano.
Ø Conclusioni
Premettendo sempre che un programma del genere
può essere unicamente applicato in caso di Stato sovrano, democratico ed
efficiente, con un regime fiscale progressivo e penalizzante nei confronti
delle rendite, capace di generare lavoro ben retribuito ed esaustivi servizi al
cittadino, una volta erogato il RDB:
- una cittadina o un cittadino con ambizioni e
bisogni particolari potrà lavorare con orari confacenti alle sue necessità e,
percependo un reddito di riguardo, senza dover scendere mai a compromessi;
- una cittadina o un cittadino con capacità
artistiche, sportive, politiche, ecc. potrà dedicarsi ad esse con tranquillità
concedendo i frutti del suo operato alla società tutta, senza alcuna pressione;
- una cittadina o un cittadino che vorrà
intraprendere un’attività imprenditoriale sarà libera/o di fare ricerca e
sviluppare un'idea senza lo spettro incombente del fallimento;
- una cittadina o un cittadino che sentirà la
necessità di dedicarsi unicamente alla propria famiglia potrà farlo senza
rinunce e sacrifici che ne compromettano una vita dignitosa;
- una cittadina o un cittadino che vive della sua
professione (agricoltori, artigiani, commercianti, liberi professionisti, ecc.)
non sia costretto da un particolare momento negativo della sua attività, a
finire nella spirale della depressione, a chiudere i battenti, senza più alcuna
possibilità di riprendere il proprio lavoro;
- una cittadina o un cittadino che dovesse subire
un iter di separazione dal coniuge/compagno, non diventi vittima, ma conservi
piena dignità e facoltà di conservare rapporti decenti con la propria famiglia;
- una cittadina o un cittadino che percepisce il RDB pur vivendo di un proprio reddito
derivante da attività e/o rendita, contribuirebbe al sostentamento di chi più
svantaggiato, grazie alla progressività del sistema fiscale e ad una marcata
(indispensabile anche per altri motivi) tassazione progressiva di tutte le rendite;
qualora egli dovesse perdere la sua fonte di reddito, sarebbe istantaneamente
salvaguardato percependo il RDB;
- una cittadina o un cittadino che deciderà di
"accontentarsi" e lasciare che il reddito di base sia la sua unica
fonte di reddito ... dovrà appunto accontentarsi, rinunciando a quanto non
strettamente necessario alla sua sussistenza, comunque garantito dallo Stato.
A proposito di quest’ultimo concetto, vorrei
precisare che, l’importo percepito col RDB
(al quale vanno sommati tutti quei servizi fondamentali che lo Stato fornirà ai
propri cittadini qui più volte ricordati) sarà sufficiente a coprire solamente
le necessità primarie e non consentirà acquisti di beni e servizi non
essenziali alla vita che siano voluttuari o meno; la sua entità quindi non
coprirà i costi per l’acquisto e l’esercizio di: auto, dispositivi elettronici,
beni mobili e immobili, come per vacanze e buon vino in tavola, e così via, ma
solamente quelli legati alla sussistenza; quindi al sorgere di una particolare
esigenza, l’interessato dovrà necessariamente lavorare per potersi permettere
la spesa relativa. E’ noto che gli italiani sono un popolo di lavoratori
creativi, che apprezza tutti quei piaceri che elevino la qualità della vita,
oltre che essere molto spesso ambiziosi, cose che, per la stragrande
maggioranza di essi, rafforzerà ingegno e propensione al lavoro.
Ma il più sottile ed al contempo poderoso tra i
vantaggi che il RDB offre ai propri
cittadini è certamente l’inibizione di ogni spinta prevaricatrice, ora presente
nel mondo del lavoro in virtù del fatto che nessuno più sarà disponibile ad
essere sfruttato.
Per questo, un imprenditore che pretenderà di
abusare dei suoi dipendenti o che investirà in tecnologia alienante il lavoro
umano (mirando unicamente all'innalzamento della propria quota di profitto),
non avrà vita facile perché il reddito di base sarà affiancato ad altri
provvedimenti atti a salvaguardare i lavoratori secondo i principi
costituzionali sia in tema di lavoro che in tema fiscale; quindi, per esempio,
salario e stipendi minimi saranno, giocoforza, fissati dai contratti di lavoro
pubblico, la tassazione sarà proporzionale al profitto e modulata in funzione
delle spese per salari, stipendi e investimenti che comportano assunzioni e
così via.
Il tutto in ossequio e secondo i dettami della
Costituzione della Repubblica Italiana nella sua versione originale uscita dai
lavori dell’Assemblea Costituente ed entrata in vigore il 1° Gennaio 1948.
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