Per la prima volta in questo blog non mi rivolgo a me stesso per fissare idee e testarne la validità nel tempo, ma a chiunque dovesse capitarvi più o meno per caso.
Mi farebbe piacere infatti il parere di tutti circa il contenuto di questo mio post ed in particolare dell'appello-manifesto uscito dall'assemblea di Chianciano del 11 e 12 Aprile u.s. appresso riportato.
Si
tratta infatti di uno spunto di riflessione, oltre che la semplice riproposizione di un
appello che, nell'interesse delle future generazioni, a mio avviso andrebbe condiviso e sottoscritto a "cuore aperto".
Una chiave di lettura dell'appello-manifesto di seguito riportato potrebbe essere quella che segue.
Ricordate la prima repubblica, con i suoi vecchi partiti, i suoi sprechi,
la sua corruzione? Ricordate come, nonostante ciò, le famiglie italiane potevano incrementare le proprie possibilità di crescita di concerto
alla crescita economica nazionale?
Poi c'è stata mani pulite e, grazie alla copertura mediatica totalizzante ad essa rivolta, si è dato inizio alla più colossale svendita del patrimonio produttivo nazionale costruito grazie al sudore dei nostri genitori e nonni. Già, proprio così e senza coinvolgere in alcun modo i cittadini!
Poi c'è stata mani pulite e, grazie alla copertura mediatica totalizzante ad essa rivolta, si è dato inizio alla più colossale svendita del patrimonio produttivo nazionale costruito grazie al sudore dei nostri genitori e nonni. Già, proprio così e senza coinvolgere in alcun modo i cittadini!
Sull'onda dell'indignazione popolare generata ad arte dai media, successivamente e
a più riprese, ci hanno imposto il "vincolo esterno" europeo e, grazie
ad un sistema mediatico pronto a denigrare le capacità del nostro grande
popolo, ci hanno impedito di autogovernarci annichilendo ogni processo
democratico previsto dalla Costituzione del 1948.
Ora come allora i media stanno dando visibilità unicamente a temi irrilevanti (sia pur da condannare) dal punto di vista del benessere pubblico, ma perchè?
Ora provo a sintetizzare ciò che sta accadendo:
- i servizi ai cittadini subiscono tagli incomprensibili ed ingiustificati,
- i cittadini mal tollerano questa situazione e se la prendono con l'apparato dello Stato reso inerme dall'adesione ai trattati europei,
- qualcuno invoca le privatizzazioni ed il gioco sarà fatto, ovvero, una volta terminato il processo di privatizzazione, i servizi diverranno business e saranno a disposizione unicamente di chi potrà permetterseli
- i cittadini mal tollerano questa situazione e se la prendono con l'apparato dello Stato reso inerme dall'adesione ai trattati europei,
- qualcuno invoca le privatizzazioni ed il gioco sarà fatto, ovvero, una volta terminato il processo di privatizzazione, i servizi diverranno business e saranno a disposizione unicamente di chi potrà permetterseli
Il processo iniziato nei primi anni novanta sarà
"finalmente" compiuto: nessun organo dello Stato potrà più occuparsi del
pubblico interesse.
N.B.: quando parlo di servizi, intendo anche sanità e scuola!
Viviamo,
ancora per poco, in un paese capace di risollevarsi da quella che chiamano "crisi" (ma che in realtà è un sistema) così
come si è risollevato dalle
tragedie della guerra anni or sono, ricordo a me stesso che siamo stati la
quinta/sesta potenza economica mondiale ed i primi al mondo come
risparmi delle famiglie,
fintanto che ci hanno lasciato liberi di governarci.
Ma da altri paesi (con i quali dovremmo condividere tutto) ci chiamano maiali ed è partito l'assalto per il possesso di tutte le nostre migliori imprese.
Non fa riflettere il fatto che questa "crisi" sia la più duratura tra quelle accadute negli ultimi duecento anni e che, mentre il popolo si impoverisce, fasce sociali sempre più esclusive stanno incrementando come mai la loro potenza economica e la loro influenza sui processi storici?
Quello che ho fin qui sintetizzato e le questioni fin qui poste sono solamente alcuni degli aspetti di quanto sta accadendo in Italia, al nostro lavoro ed alle nostre famiglie - appunto una delle tante chiavi di lettura possibili; non è certamente tutto e, comprensibilmente, non posso affrontare qui ogni aspetto e proporre tutti i quesiti relativi a questa crisi indotta, ma se vi sentite stimolati da queste mie parole, se anche voi credete che ci sia qualche cosa che non torna nella narrazione ufficiale, sappiate che questa è stata solamente una delle premesse che potrei fare alla lettura di quanto segue - e non mancherà modo di affrontarne delle altre.
Confidando nella vostra sottoscrizione dell'appello-manifesto che troverete proseguendo nella lettura, vi ringrazio sin da ora per aver dedicato parte del vostro tempo ad una analisi che non potrete ritrovare nei media, ma, qualora decideste di adoperarvi affinchè non trovi pieno compimento il disegno liberale di cui siamo vittime e decideste di unirvi a noi, chi dovrà ringraziare qualcuno saranno i vostri stessi figli e nipoti nei vostri confronti.
Ma da altri paesi (con i quali dovremmo condividere tutto) ci chiamano maiali ed è partito l'assalto per il possesso di tutte le nostre migliori imprese.
Non fa riflettere il fatto che questa "crisi" sia la più duratura tra quelle accadute negli ultimi duecento anni e che, mentre il popolo si impoverisce, fasce sociali sempre più esclusive stanno incrementando come mai la loro potenza economica e la loro influenza sui processi storici?
Quello che ho fin qui sintetizzato e le questioni fin qui poste sono solamente alcuni degli aspetti di quanto sta accadendo in Italia, al nostro lavoro ed alle nostre famiglie - appunto una delle tante chiavi di lettura possibili; non è certamente tutto e, comprensibilmente, non posso affrontare qui ogni aspetto e proporre tutti i quesiti relativi a questa crisi indotta, ma se vi sentite stimolati da queste mie parole, se anche voi credete che ci sia qualche cosa che non torna nella narrazione ufficiale, sappiate che questa è stata solamente una delle premesse che potrei fare alla lettura di quanto segue - e non mancherà modo di affrontarne delle altre.
Confidando nella vostra sottoscrizione dell'appello-manifesto che troverete proseguendo nella lettura, vi ringrazio sin da ora per aver dedicato parte del vostro tempo ad una analisi che non potrete ritrovare nei media, ma, qualora decideste di adoperarvi affinchè non trovi pieno compimento il disegno liberale di cui siamo vittime e decideste di unirvi a noi, chi dovrà ringraziare qualcuno saranno i vostri stessi figli e nipoti nei vostri confronti.
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Nelle giornate del 11 e 12 Aprile 2015 a Chianciano, sulla scorta dell'esperienza derivante dalla attività politica di ciascuno di noi, con altri amici attivisti ci siamo riuniti in assemblea per dare vita ad una nuova formazione politica avente lo scopo di
- riposizionare la Costituzione Repubblicana (nella versione originale del 1948) al vertice dell'ordinamento e della vita dei cittadini italiani
- riaffidare allo Stato la propria funzione di salvaguardia del benessere dei cittadini
- ripristinare la democrazia nel nostro paese, nelle nostre città
I lavori hanno immediatamente connotato il carattere pienamente democratico di questa futura organizzazione politica nuova che certamente non sarà l'associazione ad uso e consumo del suo padre e padrone o il comitato pronto a fare accordi con chiunque pur di emergere; il percorso che ci siamo imposti è sicuramente il più faticoso in quanto rispettoso di tutte le opinioni, ma qualora giunga a completamento, sarà sicuramente ben rodato e duraturo.
Al termine dei lavori si è giunti per acclamazione
- all'approvazione del seguente appello-manifesto della costituenda organizzazione politica
- all'elezione di un consiglio nazionale con compiti di coordinamento
- all'approvazione di un ordine del giorno che fissa il congresso fondativo entro il dicembre c.a.
Qualora interessati ad aderire o solamente per chiedere delucidazioni vi invito a rivolgervi alla email del consiglio:
ora@email.com
o, in alternativa, alla mia:
simone.boemio@gmail.com
Questo l'appello-manifesto
ORA!
Sovranità Popolare - Democrazia - Lavoro - Diritti sociali
Il
paese è in una crisi sociale economica e morale senza precedenti. Ci
vogliono far credere che sia ineluttabile, irreversibile e senza via
d'uscita. Sembra il destino crudele a cui siamo condannati da un processo storico “naturale” e inarrestabile. L'unica soluzione sembra doversi arrendere o adattarsi.
È falso!
In realtà questo processo è stato prodotto dal capitalismo finanziario
globale che ha ingannato i popoli attraverso il controllo dei mezzi di
comunicazione e che ormai, dopo averle asservite a sé, tiene in ostaggio
le classi politiche svuotando gli Stati Nazionali della propria
sovranità.
In particolare nell'Unione Europea sono state delegate alle istituzioni comunitarie oligarchiche fondamentali prerogative di governo degli Stati, senza nessuna possibilità di controllo democratico e usando l'Euro come chiave di volta nella costruzione neoliberista.
In Italia questo ha comportato il tradimento dei principi fondanti della Costituzione che vedeva nello Stato il garante del benessere collettivo e della dignità delle persone.
Per attuare quei principi lo Stato si dotava di fondamentali strumenti economici, ovverosia il controllo totale della Banca Centrale e del sistema bancario potendo così intervenire direttamente sullo sviluppo e sulla gestione dell'economia.
Questo, malgrado i conflitti e le disuguaglianze, ha permesso all'Italia di avere un'industria statale sviluppatissima nei settori strategici accelerandone lo sviluppo socio-economico.
Quindi, in questa situazione, non partiamo da zero. Noi ripartiamo da una liberazione di 70 anni fa che ha prodotto una Costituzione in cui il primo articolo stabiliva che il lavoro non avrebbe mai più dovuto essere una merce, ma lo strumento principe per l'elevazione sociale culturale economica e morale dei cittadini.
Siamo convinti che oggi come ieri siamo obbligati a liberarci da un'occupazione, questa volta di natura economico-finanziaria, che ha seppellito i fondamenti della nostra democrazia frantumando i diritti dei lavoratori e riportando indietro di secoli la storia.
Per questo processo di liberazione occorre riappropriarsi della sovranità nazionale, sovranità che la costituzione assegna al popolo, di cui lo Stato deve essere strumento e che non poteva essere ceduta.
Oggi nel panorama politico anche chi fa opposizione non ha un progetto paese organico alternativo al dominio neoliberista. Nel frattempo assistiamo a un pericoloso agguato all'assetto istituzionale democratico, attraverso le riforme elettorali e costituzionali in corso.
È quindi urgente la costruzione di un nuovo movimento politico che sia il lievito di un risveglio popolare che riconsegni all'Italia la sovranità politica e monetaria liberandoci dalla gabbia del neoliberismo e dei suoi viceré; che promuova la più vasta alleanza che includa le forze democratiche già oggi all'opposizione e quelle destinate a sorgere.
Vogliamo costruire un Paese in cui la disoccupazione, la precarietà e la povertà, non lo Spread, siano considerati i mali peggiori; un Paese in cui lo Stato, in nome e per conto del popolo, salvaguardi l'ambiente e i beni comuni, e si riprenda il controllo dei settori strategici, industriali e bancari, sottraendoli alle logiche inumane del mercato e del profitto a tutti i costi.
La tecnologia e le scienze devono essere sostenibili e al servizio del benessere collettivo. Vogliamo una società in cui si consumi il giusto e si produca il necessario, mettendo al centro le persone, la sostenibilità e non certo il Profitto.
Questo nuovo movimento politico va costruito qui e ora! Prima che sia troppo tardi, prima che prenda forza il mostro in agguato, quello di forze reazionarie che, travestite da anti-sistema, vorrebbero portarci dalla padella del disordine neoliberista alla brace di dittature neofasciste.
Abbiamo deciso di metterci in marcia convinti che il futuro sia ancora aperto.
Per riuscire è necessario svegliarsi dall'ipnosi neoliberista e diventare protagonisti del cambiamento. Per partire non chiederci di offrirti uno strumento politico perfetto: questo progetto potrà maturare solo con il contributo diretto di tutti quelli che ne condividono gli obiettivi.
In particolare nell'Unione Europea sono state delegate alle istituzioni comunitarie oligarchiche fondamentali prerogative di governo degli Stati, senza nessuna possibilità di controllo democratico e usando l'Euro come chiave di volta nella costruzione neoliberista.
In Italia questo ha comportato il tradimento dei principi fondanti della Costituzione che vedeva nello Stato il garante del benessere collettivo e della dignità delle persone.
Per attuare quei principi lo Stato si dotava di fondamentali strumenti economici, ovverosia il controllo totale della Banca Centrale e del sistema bancario potendo così intervenire direttamente sullo sviluppo e sulla gestione dell'economia.
Questo, malgrado i conflitti e le disuguaglianze, ha permesso all'Italia di avere un'industria statale sviluppatissima nei settori strategici accelerandone lo sviluppo socio-economico.
Quindi, in questa situazione, non partiamo da zero. Noi ripartiamo da una liberazione di 70 anni fa che ha prodotto una Costituzione in cui il primo articolo stabiliva che il lavoro non avrebbe mai più dovuto essere una merce, ma lo strumento principe per l'elevazione sociale culturale economica e morale dei cittadini.
Siamo convinti che oggi come ieri siamo obbligati a liberarci da un'occupazione, questa volta di natura economico-finanziaria, che ha seppellito i fondamenti della nostra democrazia frantumando i diritti dei lavoratori e riportando indietro di secoli la storia.
Per questo processo di liberazione occorre riappropriarsi della sovranità nazionale, sovranità che la costituzione assegna al popolo, di cui lo Stato deve essere strumento e che non poteva essere ceduta.
Oggi nel panorama politico anche chi fa opposizione non ha un progetto paese organico alternativo al dominio neoliberista. Nel frattempo assistiamo a un pericoloso agguato all'assetto istituzionale democratico, attraverso le riforme elettorali e costituzionali in corso.
È quindi urgente la costruzione di un nuovo movimento politico che sia il lievito di un risveglio popolare che riconsegni all'Italia la sovranità politica e monetaria liberandoci dalla gabbia del neoliberismo e dei suoi viceré; che promuova la più vasta alleanza che includa le forze democratiche già oggi all'opposizione e quelle destinate a sorgere.
Vogliamo costruire un Paese in cui la disoccupazione, la precarietà e la povertà, non lo Spread, siano considerati i mali peggiori; un Paese in cui lo Stato, in nome e per conto del popolo, salvaguardi l'ambiente e i beni comuni, e si riprenda il controllo dei settori strategici, industriali e bancari, sottraendoli alle logiche inumane del mercato e del profitto a tutti i costi.
La tecnologia e le scienze devono essere sostenibili e al servizio del benessere collettivo. Vogliamo una società in cui si consumi il giusto e si produca il necessario, mettendo al centro le persone, la sostenibilità e non certo il Profitto.
Questo nuovo movimento politico va costruito qui e ora! Prima che sia troppo tardi, prima che prenda forza il mostro in agguato, quello di forze reazionarie che, travestite da anti-sistema, vorrebbero portarci dalla padella del disordine neoliberista alla brace di dittature neofasciste.
Abbiamo deciso di metterci in marcia convinti che il futuro sia ancora aperto.
Per riuscire è necessario svegliarsi dall'ipnosi neoliberista e diventare protagonisti del cambiamento. Per partire non chiederci di offrirti uno strumento politico perfetto: questo progetto potrà maturare solo con il contributo diretto di tutti quelli che ne condividono gli obiettivi.
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Di seguito una bozza del programma politico che intendo sottoporre all'approvazione del congresso costitutivo di dicembre, previa discussione di ciascuno dei punti anche con voi. Segnalo che molti di questi punti sono già cosiderati nella piattaforma programmatica presentata dagli amici di "sinistra contro euro" all'assemblea di Chianciano sulla quale, del resto, non esprimo alcuna riserva.
"ora": proposta di programma politico
Obiettivo principale: ripudio del pensiero liberale e di ogni forma di liberismo; riposizionamento della
Costituzione Repubblicana (nella versione originale del 1948) al vertice
dell’ordinamento e della vita degli Italiani; ri-affidamento allo Stato di
tutte le funzioni atte a salvaguardare il benessere dei cittadini; ripristino
della democrazia. Il tutto attraverso le seguenti misure:
- Immediata rescissione da tutti i trattati europei, uscita dall'Unione Europea
- Conseguente ritorno alla sovranità monetaria e ad una valuta nazionale emessa a credito dallo Stato in nome e per conto dei cittadini
- Contestuale provvedimento volto ad impedire la fuga di capitali dall’Italia
- Abrogazione del testo unico bancario e ritorno alla precedente legge bancaria del 1936, quindi ri-nazionalizzazione della Banca centrale delle grandi banche e di alcune grandi assicurazioni, ripristino della netta separazione tra banche d'affari e banche commerciali
- Riallocazione all’interno del debito pubblico italiano
- Politica economica espansiva verso la piena occupazione
- Maggiore progressività della imposizione fiscale
- Annullare ogni mercificazione e disumanizzazione del lavoro reintroducendo tutte le tutele di stabilità del rapporto di lavoro ed i meccanismi di salvaguardia del potere di acquisto di salari e stipendi, vigenti prima delle “riforme” degli ultimi decenni
- Ripresa degli investimenti verso settori strategici pubblici e verso il patrimonio culturale paesaggistico nazionale passando per la nazionalizzazione delle aziende di particolare interesse pubblico operanti nei settori strategici produttivi e di rete
- Rilancio e tutela di tutte le produzioni nazionali: dell’agricoltura, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi ed instaurazione di un sistema giuridico/economico/fiscale che favorisca gli investimenti dei privati nei settori produttivi
- Instaurazione di un regime giuridico/economico che produca una repressione delle rendite e il ripristino del controllo dei capitali e dei tassi d’interesse
- Revisione di tutte le normative di recente introduzione in materia economica, di diritti sociali, di organizzazione dello Stato, degli Enti Pubblici e territoriali
- Abrogazione di tutte le riforme liberiste che hanno trasformato i servizi dello Stato ai cittadini in servizi commerciali
- Ripristino di tutti i meccanismi di bilanciamento tra i poteri dello Stato progressivamente demoliti a partire da “mani pulite”
- Ritorno ad una legge elettorale proporzionale nazionale che garantisca la rappresentanza a tutte le forze politiche e che restituisca il potere ai cittadini di eleggere i propri rappresentanti
- Conseguente ritorno alla sovranità monetaria e ad una valuta nazionale emessa a credito dallo Stato in nome e per conto dei cittadini
- Contestuale provvedimento volto ad impedire la fuga di capitali dall’Italia
- Abrogazione del testo unico bancario e ritorno alla precedente legge bancaria del 1936, quindi ri-nazionalizzazione della Banca centrale delle grandi banche e di alcune grandi assicurazioni, ripristino della netta separazione tra banche d'affari e banche commerciali
- Riallocazione all’interno del debito pubblico italiano
- Politica economica espansiva verso la piena occupazione
- Maggiore progressività della imposizione fiscale
- Annullare ogni mercificazione e disumanizzazione del lavoro reintroducendo tutte le tutele di stabilità del rapporto di lavoro ed i meccanismi di salvaguardia del potere di acquisto di salari e stipendi, vigenti prima delle “riforme” degli ultimi decenni
- Ripresa degli investimenti verso settori strategici pubblici e verso il patrimonio culturale paesaggistico nazionale passando per la nazionalizzazione delle aziende di particolare interesse pubblico operanti nei settori strategici produttivi e di rete
- Rilancio e tutela di tutte le produzioni nazionali: dell’agricoltura, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi ed instaurazione di un sistema giuridico/economico/fiscale che favorisca gli investimenti dei privati nei settori produttivi
- Instaurazione di un regime giuridico/economico che produca una repressione delle rendite e il ripristino del controllo dei capitali e dei tassi d’interesse
- Revisione di tutte le normative di recente introduzione in materia economica, di diritti sociali, di organizzazione dello Stato, degli Enti Pubblici e territoriali
- Abrogazione di tutte le riforme liberiste che hanno trasformato i servizi dello Stato ai cittadini in servizi commerciali
- Ripristino di tutti i meccanismi di bilanciamento tra i poteri dello Stato progressivamente demoliti a partire da “mani pulite”
- Ritorno ad una legge elettorale proporzionale nazionale che garantisca la rappresentanza a tutte le forze politiche e che restituisca il potere ai cittadini di eleggere i propri rappresentanti
Resto a disposizione per accogliere eventuali integrazioni
Simone Boemio