sabato 21 giugno 2014

Siamo in guerra

Tanti anni fa, in tempo di guerra, un padre di famiglia decise che non era il caso di allarmarsi per l'imminente invasione nemica.
Lui pensò che sarebbe stato meglio attendere che il peggio passasse; pensò anche che al momento giusto, se non avesse preso parte alla resistenza, sarebbe stato più facile ottenere i favori del vincente; arrivò anche a pensare che se governati da stranieri per lui sarebbe stato meglio.
Forte di questa sua convinzione decise di continuare come se niente fosse.
Al bar si lamentava della scarsità di risorse per cibare sua moglie e sua figlia e dava la colpa al proprio Stato, a suo dire, incapace; non si rendeva conto che lo Stato semplicemente non poteva più garantire i diritti dei cittadini a causa della guerra, una guerra dichiarata da altri.
Si era completamente dimenticato di quanto lo Stato aveva fatto per lui e la sua famiglia, di come grazie ai servizi ed alle garanzie offerte dal suo Stato, qualche tempo prima, avesse potuto far nascere, crescere, curare e far studiare la sua meravigliosa figlia; ora vedeva solamente i disservizi senza soffermarsi sulle cause e se qualcuno gli faceva notare che questi dipendevano dalla guerra, lui ribatteva che la guerra sarebbe stata una liberazione e che tutto dipendeva invece da sprechi e corruzione, affermava con convinzione che prima fosse avvenuta l'invasione e prima si sarebbero risolti tutti i problemi.
Intanto sua figlia non stava bene e lui non riusciva a curarla, sua moglie era diventata l'ombra di se stessa per la scarsità di cibo.
Un giorno, come al solito, si recò presso il fiume per andare a pesca. Lontano si sentivano esplosioni e grida; pensò: ecco ci hanno liberati! Il suo volto si illuminò per la contentezza.
Con calma prese le canne e quel poco pesce che era riuscito a pescare e colmo di speranza si avviò verso casa. Lungo la strada scoprì un eccidio; pensò: guarda questi stupidi, invece che resistere potevano fare come me!
Una volta a casa trovò il portone socchiuso; entrò; la casa era devastata, saccheggiata; avevano lasciato solamente le televisione. La sua faccia cambiò espressione; chiamò sua moglie ... non ebbe risposta; chiamò sua figlia ... niente.
Preoccupato, il volto teso, cominciò a cercarle per la casa.
Le trovò ...
... con le ossa fratturate ... in una pozza di sangue ... nude ... con le gambe divaricate.

I pesci li aveva ancora con se, la televisione era accesa e qualcuno inneggiava alla liberazione.


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Siamo in guerra
Ci hanno dichiarato guerra e la stiamo perdendo malamente
Non ci sono i morti da mitraglia, ma suicidi per disperazione
Non ci sono case distrutte dai bombardamenti, ma case pignorate
Non ci sono fabbriche ferme per mancanza di operai andati tutti al fronte, ma per mancanza di lavoro
La giustizia ed ogni segno della civiltà sono sospesi
C'è tanta povertà come mai in tempo di pace

Siamo in guerra
Una guerra subdola, che non si fa notare
I nostri nemici ci stanno massacrando con lentezza con le armi dell'economia

Noi dobbiamo difenderci
Noi abbiamo il dovere di difendere le nostre famiglie ed il nostro lavoro

Non ci sono scuse
Gli indecisi che cercano pretesti per chiamarsi fuori
Gli opportunisti che aspettano per saltare sul carro del vincitore
Gli alleati che cercano lo scontro su dettagli ora irrilevanti
Sono dei vigliacchi e dovranno assumersi la responsabilità del protrarsi di questa guerra che distrugge le famiglie

Simone Boemio

venerdì 6 giugno 2014

Hei tu, rivoluzionario




Hei tu, rivoluzionario
Lo sai che quelli contro cui ce l'hai tanto, approfittano della tua sedentarietà?
Lo sai che quelli che alimentano la tua rabbia, godono nell'immaginarti furioso mentre picchi le tue dita sulla tastiera?
Lo sai che quelli che umiliano te ed i tuoi cari costretti a sperare, guadagnano dalla tua frustrazione?

Hei tu, rivoluzionario
Per quanto tempo sei disposto ad accettare la tua sudditanza?
Per quanto tempo sei disposto ad accettare la tua dipendenza dagli altri?
Per quanto tempo sei disposto ad accettare le tue miserie?

Hei tu, rivoluzionario
Che ne dici di fare qualcosa?
Che ne dici di rinunciare a qualcosa che solo apparentemente senti tuo?
Che ne dici di unirti ad altri così acquistando forza e consapevolezza?
Che ne dici di contare qualcosa invece di essere un nulla che picchia una tastiera?

Hei tu, rivoluzionario
Ti hanno mai detto che in Italia la soluzione è già pronta?
Ti hanno mai detto che in Italia la soluzione è già stata scritta?
Ti hanno mai detto che in Italia la soluzione è già stata applicata con successo?



Simone ArticoloUno Boemio