giovedì 7 gennaio 2016

Questo, non è un Paese per ... sognatori


Questa mattina sono stato provvidamente destato da una telefonata di mia madre che ha così interrotto un sogno, o meglio un incubo: mi trovavo nel bel mezzo di una rivoluzione accampato alla meglio con altri combattenti ed erano appena arrivate le forze speciali equipaggiate di tutto punto, con tanto di visori notturni grazie ai quali ci hanno potuti individuare nella macchia. Appena catturato è "arrivata" la mamma con la sua telefonata a "salvarmi". 

Il fatto ha suscitato in me un flusso di scenari, tutti dalle conclusioni poco edificanti. Ve ne voglio parlare, ma se siete degli ottimisti incalliti fermatevi qui e se siete soggetti tendenti alla depressione, avreste dovuto farlo già dal titolo.
Gli scenari considerano tutti l’inevitabile peggioramento delle condizioni di vita della cittadinanza, tale da rendere necessaria una svolta, pacifica o violenta che sia, contro il sistema liberista eurocratico ora imperante, destinato ad asservire ognuno di noi più di quanto non lo siamo già.


La guerriglia
Sono partito dall’immaginare gli sviluppi del sogno interrotto dalla telefonata, in un mondo, come quello attuale e futuro, ipercontrollato dalle forze globaliste mediante la disponibilità di mezzi tecnologici (internet, satelliti, telecamere, ecc.) in grado di identificare e colpire persone e mezzi ovunque, vanificando ogni vantaggio che per esempio ebbero i rivoluzionari cubani o i partigiani italiani nel rifugiarsi tra boscaglia e grotte.



I black bloc
Per ovviare a ciò ho immaginato una guerriglia svolta in ambiente urbano, in cui gli assalti da parte delle avanguardie a banche e negozi della grande distribuzione in mano alle multinazionali, finivano senza danno alle persone con la distribuzione dei proventi tra i presenti (dipendenti inclusi), comunque in favore dei più bisognosi e della “causa”, ma anche questo genere di azioni verrebbe subito vanificato da operazioni di false flag organizzate dal sistema con lo scopo di creare una spaccatura tra i gruppi rivoluzionari e la cittadinanza mediante l’uccisione del maggior numero di persone possibile.



La pirateria informatica
Quindi, considerando le scarse possibilità di vittoria per una guerriglia fatta, da una parte da persone comuni male armate e con scarsi mezzi che possono comunicare solo di persona e dall’altra da professionisti dotati di ogni arma e mezzo nonché ottimamente supportati tatticamente e tecnologicamente, ho abbandonato gli scenari “guerreggianti”, rivolgendo l'immaginazione ad attacchi informatici al sistema; ma anche questi li ho subito bollati come poco affidabili nei confronti del bene comune, in quanto condotti chissà da chi, chissà da dove e chissà con quale recondito scopo. 





La rivolta fiscale
Un'altro scenario immaginabile e per certi versi efficace, sarebbe quello che prevede la rivolta fiscale; partendo dal presupposto che essa debba essere condotta dalla maggioranza dei cittadini e non da singoli che finirebbero in mano agli strozzini di sistema con tutta la loro vita.
E' sicuramente una giusta azione di lotta colpire dove più fa male e dove più giusto - è oramai assodato il fatto che il nostro Paese, avendo incostituzionalmente delegato al sistema bancario privato straniero il potere di emettere moneta, non ha alcuna possibilita di andare incontro alle esigenze della cittadinanza se non al prezzo di indebitarsi ed il denaro necessario per far fronte a tale debito deve per forza venire prelevato tramite la tassazione, quindi una tassazione iniqua ed incostituzionale.
Ma il problema però è sempre lo stesso: gli Italiani attualmente sono un Popolo diviso ad arte da campagne di vero e proprio odio tra categorie (pensionati contro giovani, dipendenti pubblici contro autonomi, ecc.) e fintanto che non riusciranno ad avere una coscienza comune nella certezza che uniti si libereranno dell'attuale oligarchia, gli Italiani non faranno mai nessuna azione comune e quindi efficace. Se mai la faranno, accadrà solo quando avranno perso tutto o lo staranno per perdere ... e quindi quando non avranno più tasse da pagare.



Il sacco della Grecia
Alla attuale velocità di annientamento di democrazia e diritti e vista la qualità del sistema dell’informazione che abbiamo in Italia, ho pensato anche non sia ipotizzabile una soluzione democratica e pacifica, in tempi accettabili al fine di salvare il salvabile; infatti ogni giorno di più credo che purtroppo prima ci deprederanno di tutto e poi chi ce la farà si solleverà; l'esempio greco dovrebbe far riflettere se non altro in quanto precursore di quanto avverrà in un Italia che dovesse rimanere nella Unione Europea.
Ciò nonostante io mi impegnerò, sia pure nel mio inossidabile e pragmatico pessimismo e con i miei limitati mezzi, ma forte dell’alleanza con i tanti amici incontrati in questi ultimi anni di attività politica, per restituire l’Italia al suo Popolo; immagino che ciò mi costerà caro, ma renderà fiera la mia famiglia e me stesso appagato e forse sarà servito a qualcosa.
 


Il sogno europeo
Appare quindi quasi scontato che, per la gente comune resa ignara di ciò che sta realmente accadendo, il “sogno europeo” sia ancora quello più tranquillizzante nonostante il perpetuo perdurare di quella che a loro viene descritta come crisi e che in realtà è il sistema messo in pratica per renderli servi; per una popolazione come la nostra tenuta divisa grazie a campagne mediatiche mirate contro ogni singola categoria fatte poi seguire da puntuali provvedimenti che colpiscono gli interessi delle singole categorie (una per volta per non scatenare una reazione generale), il tutto condito dai continui attacchi allo Stato da parte di foze politiche che sostengono una opposizione solo di facciata, ma che allontanano i cittadini dall'unica istituzione, che è stata in passato e potrebbe esserlo in futuro, in grado di garantire loro diritti e giustizia sociale,  è realmente difficile immaginare che ci sia un'alternativa al sistema oligarchico europeo costituito.
Ma tale sogno si rivelerà come il peggiore degli incubi, in quanto avrà spianato la strada senza creare alcun ostacolo, all’avanzata ed alla definitiva vittoria delle forze nemiche globaliste e liberiste.



Platone: il mito della caverna

Quindi? Vogliamo continuare così, o vogliamo comunque impegnarci per dare una vita dignitosa alle generazioni future? Vogliamo lasciare incontrastata l’azione di conquista intrapresa dal liberismo sin dagli anni ’80 e che oggi trova nella Unione Europea la sua patria elettiva o vogliamo impegnarci per ristabilire i valori che la nostra Costituzione del ’48 ha stabilito per garantire il benessere dei cittadini? Vogliamo rimanere incatenati davanti alle televisioni o vogliamo riprendere in mano la nostra democrazia ed il nostro destino?




Pesce grande o pesce piccolo?
Il nostro nemico, non può certamente vantare la superiorità numerica, ma unicamente quella dei mezzi che ha saputo sottrarci.
Per riprenderci tali mezzi è assolutamente necessario che noi sappiamo far valere il nostro vantaggio: quello dei numeri. 
La questione pertanto è che non sarà possibile la realizzazione di alcun sogno per ciascuno di noi, fintanto che non sapremo dimostrarci uniti, senza riserve, senza egoismi o invidie, a dispetto della propaganda a reti unificate.



Non ci sarà alcuna rivolta fiscale, nessuna sollevazione violenta o democratica che sia, se non riusciremo a dimostrarci un Popolo coeso e determinato.
Se vorremo tornare a sognare, tutti, confidando nella più alta forma di democrazia e libertà che la storia abbia dimostrato (l'autodeterminazione dei popoli), insieme dovremo adoperarci per edificare un casa politica comune in cui ciascuno potrà rifugiarsi, previo il proprio risveglio e l'acquisita coscienza di appartenere ad un Popolo coeso e determinato ad autogovernarsi in pace e democrazia.

E bravo Professor Bagnai


Post scritto per "Sollevazione" il 9.12.15

Noi sovranisti (definiti con vari epiteti che per educazione non vogliamo ribaltare su di lui) siamo abituati alle campagne del Prof. Bagnai contro qualcuno che potrebbe essergli alleato.

In questo articolo un esempio di come si fomenta il tutti contro tutti di cui si nutre il liberismo.

Ma secondo voi quelli su cui vomita il suo acido sarcasmo in questo articolo, sono mai stati resi edotti dai media di regime o dai divulgatori come lui del pericolo che correvano?
O forse, saccente e presuntuoso, pensa veramente che il suo messaggio sia come quello del Papa "urbi et orbi".

Caro Professore, intanto che aspetta di salire sul carro del vincitore (per poi venirne inevitabilmente buttato fuori - chi lo vorrebbe in squadra uno così?) tenga a mente che, godere delle disgrazie altrui porta solo a due inevitabili conseguenze:
primo, che qualcuno, prima o poi, godrà delle sue (se già non lo fa), ma sopratutto, che entrambi mai vi unirete contro il nemico comune

Complimenti per la saggezza, avanti così Prof. continui a straparlare, a raccontarsi quanto è bravo, se le fa piacere intoniamo tutti un coro:

BRAVO PROFESSOR BAGNAI!

... contento?