domenica 12 giugno 2016

Su volontariato e lavoro



SOLAMENTE IN TEMPI DI GUERRA IL VOLONTARIATO HA AVUTO UNA FUNZIONE FONDAMENTALE COME IN QUESTA EPOCA CONTRASSEGNATA DALLA DITTATURA LIBERISTA DEI MERCATI, DOVE L'UNICO VALORE RICONOSCIUTO ISTITUZIONALMENTE E' RAPPRESENTATO DALLA COMPETIZIONE AD OGNI LIVELLO

IL VOLONTARIATO, IN QUANTO DIVENUTO FORMA DI SFRUTTAMENTO DEL LAVORO, NON DEVE MAI PIU' ESSERE INDISPENSABILE.



Una semplice e logica riflessione sulla raccolta differenziata dei rifiuti, oggi mi ha portato a ragionare sul ruolo del volontariato.
Uno Stato provvisto di sovranità, perchè dovrebbe contare su tutti i cittadini per togliere lavoro ad alcuni di essi?
Se ci si pensa bene, uno Stato dotato di moneta sovrana assume e retribuisce adeguatamente operatori ecologici che provvederanno a suddividere i rifiuti e non costringe tutte le famiglie a far gratis il loro lavoro!
La raccolta differenziata dei rifiuti, che ci fanno passare come un segno di civiltà e che in realtà è il segno della barbarie dei nostri tempi perchè contribuisce alla contrazione dei posti di lavoro, è una forma di volontariato, ovvero: lavoro offerto gratuitamente.
Il volontariato dovrebbe rispondere solamente all'esigenza personale di chi ritiene di dover contribuire al benessere della comunità più di quanto non faccia già col proprio lavoro e mai dovrebbe essere sfruttato per abbattere i livelli occupazionali.






Nel 2013 l'ISTAT ha compiuto l'ultima rilevazione nazionale sulle "ATTIVITA' GRATUITE A BENEFICIO DI ALTRI" - Dai dati che se ne possono desumere ce ne sono alcuni che meritano una attenta analisi

DIVENTANO QUASI 7 MILIONI GLI ITALIANI CHE SI DEDICANO GRATUITAMENTE A SERVIZI CHE DOVREBBERO ESSERE GARANTITI DA UNO STATO SOVRANO
Fig.1
Chi singolarmente in favore di persone vicine bisognose, chi tramite organizzazioni più o meno riconosciute (solo il 37,7% dei volontari lo fa da almeno 10 anni per un'organizzazione), il numero di persone che si vedono costrette ad aiutare il prossimo è in costante aumento; pensate che nel 1993 il 6,9% degli Italiani si dedicava a benefiche attività gratuite, mentre nel 2013 queste sono risultate il 12,6% - per un totale di 126 milioni di ore, che corrispondono a quasi 900mila persone regolarmente occupate!
Tale accrescimento rappresenta un forte segnale che testimonia l'impotenza di uno Stato nei confronti delle esigenze dei suoi cittadini, uno Stato senza sovranità ridotto a mero esecutore del volere dei mercati così come previsto dai trattati internazionali che lo tengono ostaggio di una Unione Europea sempre più oligarchica e criminale.

NON CI SONO DIFFERENZE SIGNIFICATIVE TRA UOMINI E DONNE, MA LE ORE DEDICATE AUMENTANO CON L'AUMENTARE DELL'ETA'

Fig.2
55-64 anni è la fascia di età più impegnata, seguono gli over 65. E' un segnale indiscutibile, gli Italiani che possono ancora godere di contratti di lavoro favorevoli ai lavoratori ed alle loro famiglie e gli Italiani che hanno potuto risparmiare in vista di tempi peggiori, sono quelli che, nella misura del 44,3% sul totale dei volontari, possono dedicarsi ad aiutare i propri cari abbandonati giocoforza dall'apparato statale impotente.
L'abbandono degli originari principi costituzionali in favore delle regole liberiste dei mercati ha causato una decisa retrocessione dello Stato, divenuto così, incapace di fronteggiare le emergenze a discapito degli indifesi e, per questo, il peso della solidarietà cade inevitabilmente su chi dovrebbe godere dei frutti di una vita vissuta tra lavoro e sacrifici. 

LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTA' OFFRONO UN CONTRIBUTO ORARIO MAGGIORE DELLA MEDIA!
(vedi Fig.1 e Fig.2)
Ennesima conferma, è tanto palese quanto banale, ci si aiuta dove c'è più bisogno.
Il dato è conforme all'incremento dell'attività di volontariato individuale registrato negli ultimi anni e deriva direttamente dall'allargamento della forbice delle condizioni tra la minoritaria popolazione ricca e la maggioranza che vede progressivamente ridurre la qualità della vita.
L'abbandono delle politiche redistributive previste nella Carta Costituzionale del '48 in favore dell'adesione mai spiegata ai cittadini e mai da essi decisa, ai trattati europei, ha praticamente reso impotenti gli organi dello Stato nei confronti delle necessità della popolazione in una sorta di spirale che porterà alla totale cancellazione dei diritti di tutti noi: A) si tolgono risorse all'apparato statale al grido "meno Stato più mercato"; B) lo Stato non può più garantire servizi efficienti; C) i cittadini protestano contro lo Stato e chiedono le privatizzazioni; D) i servizi passano in mani private; E) i privati svilupperanno solo i servizi più remunerativi; F) i cittadini avranno meno servizi e per di più a pagamento.


In questo quadro si inserisce la proposta di riforma del cd "terzo settore" a firma del governo Renzi.
Ma la necessità per un governo eterodiretto dalla grande finanza di regolamentare le libere attività dei cittadini, deve destare molta attenzione.
Quale motivo potrebbe avere un governo che sta distruggendo uno ad uno tutti i diritti di lavoratori e cittadini (in continuità con i due precedenti - tutti frutto di veri e propri attentati alla democrazia), di "imbrigliare" un settore che supplisce alle inefficienze dello Stato in fatto di assistenza ai propri cittadini? Perchè non punta invece al rafforzamento dello Stato quale garante dei diritti di tutti?

E' semplice, un regime dedito al dissolvimento di tutti i diritti dei lavoratori non può che promuovere con entusiasmo qualsiasi iniziativa a favore del lavoro gratuito e sostituire lo Stato con entità più "gestibili".



I volontari oggi sono persone sfruttate a causa della loro naturale generosità, incastrate tra uno Stato reso inefficiente delle politiche liberiste dominanti e la cittadinanza impoverita dalle stesse politiche.


Simone ArticoloUno Boemio

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