sabato 19 marzo 2016

Sovranista io? No grazie, preferisco altro!




E’ in corso in questi giorni su “Sollevazione” (che sovente ospita cortesemente quanto scrivo) un dibattito interessante che tocca il tema del cosiddetto "sovranismo" e che mi ha dato modo di arrivare a quanto segue.



C’è stato un tempo in cui mi definivo "sovranista", in cui mi ero appena affacciato alla politica, in cui, durante dei banchetti in piazza dove proponevo ai passanti la riconquista della sovranità (ovviamente intesa come sovranità democratica), sono stato avvicinato soprattutto da persone che mi rivolgevano frasi del tipo: “bravi! qui ci rivuole zucca pelata” o “ma che volete il ritorno del re?”

Ecco, questa è l’essenza del sovranismo (quando proposto senza ulteriori aggettivi), una parola che non esiste in nessun dizionario e che dice tutto e il contrario di tutto; se la si dovesse analizzare potrebbe significare “atteggiamento culturale e politico volto alla sovranità”.

Già la sovranità, ma di chi, o cosa? Vediamo in ordine di visibilità mediatica e forza politica.



Il sistema

Pur non definendosi tali, sono indiscutibilmente forze sovraniste tutti i partiti che siedono in parlamento e che da oltre trent’anni perseguono la sovranità dei mercati. Esse rappresentano elettoralmente la maggioranza degli italiani nonostante facciano politiche in contrasto con la Costituzione del ’48 e quindi degli interessi dei cittadini.



La destra

Sono forze sovraniste le organizzazioni che propongono una sovranità di tipo autoritario. Esse rappresentano realtà emergenti in grado di avere visibilità mediatica nazionale (anche se limitata) e che sono anche arrivate alle porte della legittimazione popolare grazie ad alcune candidature nelle amministrazioni locali.



La sinistra, il centro e i divulgatori

Sono forze sovraniste le associazioni, i fronti ed i movimenti sovranisti nascenti negli ultimi anni e che ripropongono una sovranità intesa nel senso costituzionale. Esse rappresentano una minoranza nel paese (per lo più si tratta di qualche centinaio di persone attive, ma senza fondi), di forza più o meno equivalente, ma inconsistente, queste non riescono ad emergere nel dibattito politico nazionale. Vediamo perché.

Tra esse, vi sono quelle che vedono il futuro in un piccolo mondo antico (peraltro mai esistito) generato dagli “eroi del risorgimento”, quelli che hanno “fatto l’Italia senza fare gli italiani” e che, mediante l’utilizzo della forza militare, del saccheggio indiscriminato, dello sterminio e grazie all’uso sistematico della corruzione, hanno distrutto un regno ricco ed avanzato per annetterlo al regno piemontese stretto dalla morsa del debito e per questo forte dell’alleanza con i paesi creditori, costringendo come conseguenza alla emarginazione e alla emigrazione un popolo che prima non le conosceva – è un po’ come sostenere l’oligarchia rappresentata dall'Unione Europea e che persegue il dominio di una Europa in assenza di un popolo europeo e di regole democratiche costringendo i popoli alla sudditanza. E’ scontato che, in questa situazione, il popolo italiano deve restare unito se vuole avere una qualche speranza di affrancarsi dalla dittatura dei mercati, ma è altrettanto vero che un popolo deve sentirsi tale prima di poter ingaggiare una lotta e, partire dal risorgimento, non è certo il modo migliore per unire gli italiani.

Tra esse esistono anche quelle decisamente poco democratiche, partorite da un padre e padrone indiscusso che detta l’agenda e manovra i “fedeli” accusando di indisciplina chi cerca il confronto; non certo un esempio di democrazia che fa sorgere forti sospetti circa le reali intenzioni del “capo”.

Tra esse ci sono pure quelle che tentano di ricostruire i partiti usciti distrutti dall’inganno di mani pulite sulla base delle radici che furono patrimonio di gran parte del popolo italiano post ’45, un’operazione che potrebbe essere degna di riguardo se onesta, ma praticamente disperata.

Tra esse ancora sono presenti inoltre alcune che tentano di dar voce al socialismo latente radicato nel popolo lavoratore italiano, piccole organizzazioni che non riescono a trarsi dalle sabbie mobili dell’ininfluenza, perché impegnate su troppi fronti secondari fino a perdersi in polemiche infinite, che a fatica crescono e poi implodono a causa di ripetuti e successivi scioglimenti e ricostituzioni in qualcos’altro.

Infine tra esse hanno il loro seguito organizzazioni di varia natura che con la scusa della “divulgazione”, non prendono posizione ed attendono solamente di salire sul carro del vincitore.

Tutte queste forze, al momento, risultano incapaci di far fronte comune e per questo restano schiacciate dalla predominate forza che sostiene il sistema.



Ecco il mondo che si definisce sovranista in poche righe.

Un mondo fatto di persone preparate ed intelligenti, ma anche da troppe teste calde che, a causa delle loro azioni, diventano ostacolo alla realizzazione di un qualcosa di veramente popolare e democratico capace di liberare il Popolo Italiano dalla dittatura dei mercati e sono quelli che:

- ti giudicano senza aver capito

- non vanno oltre il titolo

- "quello è un rossobruno"

- "o si fa così o io non entro"

- hanno fretta e cercano "il gesto eclatante"

- si infiammano per una parola

- non cercano capire

- non possono capire

- restano delusi e abbandonano

- non ammettono gli errori e perseverano

- si reputano intelligenti

- "noi siamo in x e con voi pochi non trattiamo"

- non sanno farsi da parte quando è giunto il momento

- "io oggi ho da fare" ogni volta

- non si fanno capire

- strumentalizzano

- ti guardano dall'alto perchè non hai una laurea

- "lo so io quello che ci vuole"

- hanno sempre ragione

- spostano il discorso su altro

- non vogliono regole

- hanno la puzza sotto il naso

- si accordano in privato prima della riunione

- restano dietro la tastiera

- non c'è più sordo di chi non vuol sentire

- usano i paroloni per darsi un contegno

- "chi mi ama mi segua"

- "io con quello non ci parlo"

- mantengono il punto senza compromessi

- giudicano gli altri

- non sanno farsi capire

- "io vado avanti per la mia strada"

- sono superficiali

e così via.



Quindi, se definirsi sovranisti significa tutto e il contrario di tutto, significa non far capire immediatamente alla gente cosa si vuole, io non desidero appartenere ad una categoria indefinita, troppo generica e contraddittoria.

Lotterò con chiunque voglia abrogare tutte le pseudo riforme di stampo liberista succedutesi in Italia dagli anni ottanta ed ancora in cantiere; sarò al fianco di chi si adopera per le dissoluzione del liberismo e della sua patria elettiva: la UE; sosterrò fattivamente chi si batte per il ripristino della Costituzione del ’48 al vertice dell’ordinamento ed a guida delle vite degli Italiani, quindi per la loro SOVRANITA'. Per questo potrei definirmi populista (ove il populismo è un atteggiamento culturale e politico che esalta il popolo, sulla base di principi e programmi ispirati al socialismo, anche se il suo significato viene spesso confuso con quello di demagogia), potrei definirmi statalista (ove lo statalismo è la tendenza ad attribuire allo Stato un ruolo forte nel possesso di aziende e nel controllo dell'economia nazionale), potrei definirmi democratico (ove democrazia significa governo del popolo), potrei non definirmi affatto (perché dovrei?), ma sicuramente da ora non mi definirò più sovranista senza altri aggettivi.



4 commenti:

  1. Secondo me sbagli; sovranista è chi segue i dettami originari della costituzione del 48 sulla sovranità che appartiene al popolo, è una sovranità che non si può rifiutare ed a cui non si ha diritto di rinunciare nè per se nè, a maggior ragione, per le generazioni successive.

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  2. Caro Ippolito, non hai seguito il mio discorso.
    Sovranista (generico e senza altro aggettivo o rafforzativo) dice tutto e il contrario di tutto.
    Il poco tempo che abbiamo lo possiamo impiegare per fare cose o per spiegare cosa intendiamo con un termine tra l'altro inesistente.
    Io preferisco la prima.

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  3. Mi piace l'articolo, e mi piacerebbe ancor di più approfondirlo, nel frattempo vorrei porti questa domanda:scrivi "Lotterò con chiunque voglia abrogare tutte le pseudo riforme di stampo liberista succedutesi in Italia dagli anni ottanta ed ancora in cantiere; sarò al fianco di chi si adopera per le dissoluzione del liberismo e della sua patria elettiva: la UE; sosterrò fattivamente chi si batte per il ripristino della Costituzione del ’48 al vertice dell’ordinamento ed a guida delle vite degli Italiani, quindi per la loro SOVRANITA'" ma come pensi possano avvenire tali situazioni? Quali le strade da percorrere (nella praticità e nello scorrere della nostra vita quotidiana)affinchè nascano e si sviluppino concretamente? Non che io non abbia almeno una vaga idea, nè per polemica, ma solo per avere maggiori dettagli da una persona che ritengo, non solo informata e preparata, ma anche e soprattutto animata da uno spirito libertario vero e convincente. Un saluto.

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    1. Io in questo momento sono impegnato nel processo costituente di un movimento di liberazione popolare "P101" (che prende il nome da una grande invenzione italiana che rappresentò il primo passo verso la rivoluzione tecnologica segnata dai personal computer).

      I documenti di "P101" sono online e firmarne l'appello è importante.

      http://programma101.org/appello-programma-101/

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